LOIC: mandiamo in tilt un server web

Prima di tutto si deve precisare che il programma non fa nulla per nascondere la provenienza di chi attacca, perciò per coloro che avessero idee strane è bene che sappiano che l’uso improprio di tale software può essere pericoloso. Ora veniamo all’analisi del programma. L’utilizzo è abbastanza semplice: in Select your target si indica il sito bersaglio e poi non resta che cliccare sul pulsante in alto a destra per dare il via al test. Ma cosa fà in effetti questo software? Nelle ultime settimane si è parlato di attacchi informatici perpetrati dal gruppo Anonymous contro i nemici giurati di Wikileaks, nell’operazione Operation Payback. In pratica una volta stabilito il sito o servizio online designato come vittima, si attiva una quantità di visite contemporanee, al fine di saturare il server con richieste di accesso e bloccarlo (l’attacco si chiama Distributed Denial of Service o DDoS). Per effettuare ciò gli hacker di Anonymous hanno dovuto invitare utenti a partecipare alle loro azioni. E qui entra in gioco LOIC.
Il Low Orbit Ion Cannon nasce per collaudare la resistenza dei server agli attacchi informatici, ma è anche il modo tipico per nascondere un programma dedito, invece, proprio agli attacchi.  Fatto sta che questa applicazione serve a perpetrare un attacco di tipo Denial of Service, quindi a inviare richieste di connessione a un dato sito per saturare le sue linee. Si tratta, senza mezzi termini, di una pratica illegale, che può portare a conseguenze pesanti per chi utilizza LOIC in modo scriteriato o senza prendere le dovute precauzioni. La facilità con cui si reperisce il programma, infatti, lo ha messo anche in mani inesperte, col risultato di far sentire un dio digitale anche chi non sa nemmeno cosa sta facendo.
Semmai, sarebbe utile comprendere il funzionamento di LOIC per motivi didattici, perché gli attacchi DDoS sono molto diffusi e chiunque abbia a che fare con la sicurezza informatica, e tutti dovremmo averci a che fare,  è bene che sappia come si effettuano e come ci si può, eventualmente, difendere. Usare LOIC per un test verso un proprio sito è cosa buona e giusta. Ma il sito deve essere davvero il proprio, evitando come la peste, tanto per dire, i test su siti in condivisione.
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